“Nessuno ha diritto di strapparti un figlio. Tutto quello che sto vivendo è innaturale perché non è giusto che si muoia prima dei genitori. Vi invito, quindi, a rendere migliore questa società e a fare tesoro della mia storia affinchè non si uccida più”.
E’ questo il monito lanciato agli alunni della scuola Secondaria di I grado da Elsa Tavella, madre di Francesco Vangeli, 27enne di Scaliti di Filandari, scomparso la sera del 9 ottobre 2018, vittima probabilmente di “lupara bianca”. L’occasione per ascoltare le sue parole è stata offerta dall’incontro con l’associazione “Libera” svoltosi presso la scuola del dirigente scolastico Marisa Piro. All’appuntamento erano presenti anche Francesca Pagnotta di Libera Vibo e Matteo Luzza referente regionale di Libera Memoria, fratello di Pino Russo, il giovane 22enne rapito e poi ucciso ad Acquaro il 15 gennaio 1994, il cui cadavere fu rinvenuto in una fossa solo mesi dopo e solo grazie alla confessione di uno dei suoi assassini.
Un incontro per comprendere e condividere il dolore dei due familiari a sette mesi dalla scomparsa di Vangeli e a 25 di Russo, giovani fatti “scomparire” dalla sottocultura mafiosa solo per essersi innamorati della ragazza sbagliata. “Francesco – afferma la madre – quella sera è uscito da casa alle 21 sorridendo, ancora oggi lo sto ancora aspettando. Una famiglia “normale” e tranquilla come la mia, senza legami di ‘ndrangheta, si è trovata dentro una vicenda più grande di quanto potesse sopportare. Da quel giorno non ho più pace perché ho smesso di vivere e sopravvivo solo per gli altri figli, vado avanti per non fargli mancare nulla”. Una mamma che non riesce a sopportare un dolore così grande, Elsa, perché non sapere che fine ha fatto il proprio figlio, può fare impazzire. “Francesco poteva essere felice – dichiara –, ma non è stato così, mentre chi lo ha fatto scomparire vive tranquillamente. Qualcuno sa, conosce cosa è successo, ma non parla dando vita alla cultura del silenzio e dell’omertà. Voi, invece, cercate di percorrere strade sicure e frequentate amici affidabili, ma, soprattutto, se avete problemi parlatene con la vostra famiglia e i vostri insegnanti”.
Doveroso, quindi, fare tesoro di queste tristi vicende perché il diritto di vita non deve essere negato a nessuno e perché non è normale scomparire per amore. Anche quella di Pino è “una delle tante storie – affermano Luzza e Pagnotta – che il Vibonese ha raccolto in questi 25 anni. Grazie a Libera possiamo assistere a questi momenti di “prevenzione”. Anche oggi abbiamo reso questa scuola un luogo aperto alla libertà e alla democratizzazione”.