Si è svolta con rinnovato successo la terza edizione di Musica in Danza.
L’edizione 2022 della manifestazione ha celebrato i 200 anni della prima pubblicazione della raccolta poetica “Ballate e romanze” di Adam Mickiewicz, con un seminario del coreografo Michele Ferraro e un suggestivo concerto coreografico tenutosi nell’Auditorium della Casa della Musica di Cosenza intitolato “Żal. Mickiewicz e Chopin: una storia, due anime”.
Poco conosciuta in Italia, la poesia di Mickiewicz fu legata alla musica di Chopin già nel 1841, quando Schumann, recensendo la seconda Ballata, affermò che Chopin stesso disse di essere stato stimolato da alcune poesie di Mickiewicz nella composizione delle sue Ballate.
L’evento Musica in Danza ha fondato le sue ragioni sulla tradizione esegetica che, scaturita all’indomani delle testimonianze di Schumann e Liszt, ammetteva il legame particolare tra la poesia di Mickiewicz e la musica di Chopin.
Organizzato con la meticolosa cura del Maestro Ida Zicari del Conservatorio “Stanislao Giacomantonio” di Cosenza, con il prestigioso avallo del Consiglio Internazionale di Danza di Parigi, l’evento si ispira ogni anno al monito noverriano “quando la musica e la danza lavorano di concerto, gli effetti che queste due arti riunite possono produrre divengono sublimi“, portando la danza colta in un luogo istituzionale come il Conservatorio di musica in cui l’arte coreutica è assente.
Certamente delicata, la questione di legami così speciali riguarda, sin dal titolo Ballata, il mondo poetico, lo spirito narrativo, fantastico, epico e lirico delle composizioni, e invita a interpretare le relazioni considerando la poesia a livello di suggestione e di metafora.
Chopin non puntò alla capacità descrittiva o al potere denotativo della musica, ma, nel rispondere all’estetica romantica che invocava nessi tra la parola poetica e il linguaggio musicale, fece diventare le sue composizioni “frammenti di un’autobiografia”.
E quella trasfigurazione dell’autobiografia nei suoni era passata anche attraverso la lettura poetica di Mickiewicz. La relazione della musica di Chopin con l’opera del poeta e scrittore, tra i maggiori letterati del Romanticismo polacco, si realizza nell’evocazione metaforica di eventi interiori di due anime eccezionali, squarcio negli “espaces imaginaires”, fuga nelle “regioni impalpabili dell’arte”.
Żal, la parola polacca che dà il titolo alla performance, è adottata nel particolare significato che Chopin le attribuiva.
Egli la ripeteva spesso, “come se il suo orecchio fosse stato avido di quel suono” (Liszt).
Per lui era una parola insostituibile: żal non aveva sinonimi né tra le lingue neolatine né tra quelle germaniche; tutta una gamma di sentimenti traducibile come “rimpianto inconsolabile per un’irripetibile perdita” vi era contenuta.
Il concerto coreografico diretto dalla pianista Ida Zicari rivolge la sua ispirazione a tutti i cuori in cui alberga lo żal. A loro dedica il monito che sempre i capolavori di Mickiewicz e Chopin lanciano all’umanità: che la profonda bellezza dell’arte riscatti dalle miserie e inciti al coraggio in ogni forma di eroismo quotidiano in difesa della libertà.
Sciolto dal convenzionalismo più immediatamente ottocentesco e dai suoi riferimenti storici ed estetici, il movimento di danza si lega alla tradizione classica accademica come sua evoluzione attualizzata e la coreografia di Michele Ferraro si incarica di veicolare la poesia polacca proprio nell’espressione di quei “frammenti di un’autobiografia”.
Interpreti dell’evento sono stati: i pianisti Rodolfo Rubino e Ida Zicari, accompagnati dal baritono Antonio Fratto; le danzatrici Marianna Chiarelli (la russalca dello Świteź, Świtezianka), Gabriella Sarubbo (Tuhan, Świtez), Maria Pizzo (la donna del lago, Świtez); le voci recitanti Antonio Chirico, Francesca De Blasi, Bina Facondo, Maria Chiara Maiolino (allievi della classe di Arte scenica del Conservatorio.