La riserva faunistica dell’Angitola – il tesoro “verde”.

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Incastonata tra i comuni di Vibo, Maierato e Monterosso calabro, raggiungibile lasciando l’autostrada Salerno – Reggio calabria allo svincolo di Pizzo calabro e proseguendo lungo la statale 110 in direzione Serra San Bruno, la riserva faunistica dell’Angitola (frutto dell’interessamento del WWF e del costante e silenzioso lavoro dell’ing. Francesco Paolillo ) è stata istituita con decreto della giunta regionale n. 577/75 e dopo dieci anni ha ottenuto il riconoscimento di “Zona umida di importanza internazionale” come habitat per gli uccelli acquatici, ai sensi della convenzione di Ramsar, grazie al decreto del 30/09/1985, dell’allora Ministero dell’agricoltura.

l”Oasi ha una estensione di 875 ettari di cui 196 occupati dal bacino artificiale realizzato nel 1996 in seguito allo sbarramento del fiume Angitola e l’avifauna presente comprende oltre 130 specie diverse di uccelli in cui predominano quelle che prediligono le zone umide. Il suo simbolo è sicuramente l’elegante Svasso maggiore (Podices cristatus) un uccello prettamente acquatico che proprio qui, mnel lontano 1982, ha realizzato i primi nidi mai osservati in Calabria e che qui compie nella tarda primavera le sue splendide parate nuziali, mentre da giugno si possono osservare i piccoli che si fanno trasportare sul dorso dai premurosi genitori.

Oltre allo Svasso, è possibile osservare il paffuto Tuffetto (Tachybactus ruficollis), il maestoso volo degli Aironi, da quello cenerino (Ardea cinerina), a quello bianco maggiore (Egretta alba) fino alle candide Garzette (Egretta garzetta). Non mancano inoltre le osservazioni di spatole (Platea leucoridia) e Mignattai (Plegadis falcinellus), l’Ibis europeo dai riflessi di bronzo oltre al variegato gruppo delle anatre (Germani reali, Alzavole, Fischioni, Mestoloni Moriglioni), comuni anch’esse sopratutto nel periodo invernale, quando scelgono lecalme acque del lago per la ricerca del cibo e la necessaria tranquillità. Tra i rapaci si osservano la Poiana (Buteo buteo), il cui caratteristico grido echeggia spesso tra le colline di questa zona e il piccolo Gheppio (Falco tinnunculus). Gli appassionati – i cd birdwatching – possono poi ammirare i tuffi spettacolari del Falco pescatore (Pandion haliatus) e del Cormorano nero (Phalacrocorax carbo) durante le loro battutedi caccia alla ricerca dei pesci. Vamno poi menzionati, in piena estate, i coloratissimi Gruccioni (Meros apister) che qui scavano i loro nidi e d’inverno, i Martin pescatore (Alcedo atthis) nonche alcuni “uccelli cantori” come l’Usignolo e il Rigogolo.

non meno vario è il mondo delle piante che annovera molte specie tra cui il Salice bianco (Salix alba), l’Ontano nero (Alnus glutinosa) e il Pino D’aleppo, quest’ultima non autoctona ma che si è ben prestata per una operazione di rimboschimento del tratto parallello alla statale 110. Vi sono poi presenti anche, la Quercia da sughero, l’Orniello, il profumato Mirto, l’Erica, il Corbezzolo, il Cisto femmina e l’Edera spinosa.

da qualche anno il Consorzio di bonifica ha realizzato un lungo sentiero nella pineta oggetto del rimboschimento che assicura una piacevole passeggiata in un contestyo paessaggistico di rara bellezza e armonia su cui è costante l’attività di vigilanza del WWF.

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