Le navi dei veleni: la mappa in Calabria – Video

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Discariche marine di rifiuti tossici e radioattivi, è il sistema messo in atto nel Mediterraneo da circa vent’anni. Carrette del mare utilizzate per simulare naufragi, (almeno 30 le navi affondate nel Mediterraneo fin dalla fine degli anni ’70), inabissamenti sui fondali dove le imbarcazioni giacerebbero con il loro carico di rifiuti tossici.
INCIDENTE GENOVA: IL PRECEDENTE DELLA JOLLY ROSSOLe “navi dei veleni” o “navi a perdere” hanno dei nomi: Jolly Rosso, arenatasi nella spiaggia di Amantea, Mikigan, Marylijoan, Aouxum, Cunsky il cui relitto sarebbe stato identificato al largo di Cetra­ro (Cs) e tante altre.

In particolare la Cunski che figura demolita in India, secondo le rivelazioni del pentito Francesco Fonti , invece, sarebbe stata “misteriosamente” affondata, appunto a Cetraro, dalla ‘ndrangheta nel 1993 con il suo carico di 120 bidoni di scorie radioattive di origine norvegese.

Fonti avrebbe, inoltre, “affondato” altre cinque navi oltre la Cunsky, una nei pressi di navi_veleniTropea, una a Melito Porto Salvo, una nei pressi di Crotone, poi anche a Cirò e persino due in Basilicata, a largo di Maratea e nel mare di Metaponto.

Attualmente la magistratura, con l’aiuto dalle varie commissioni d’inchiesta, dei dossier di Legambiente, delle denunce del Wwf sta indagando su tutto ciò.

Le aree dove giacciono le “navi dei veleni”, però, si estendono ben oltre la Calabria e la costa ionica e disegnano una mappa criminale su scala intrernazionale dove il ruolo della criminalità organizzata nella gestione del traffico illecito di rifiuti radioattivi si intreccia al traffico d’armi.

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