Filogaso: il 13 luglio la presentazione del libro “La Grande storia di un piccolo paese”.

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Giorno  13 Luglio alle ore 16,00 presso la Chiesa Matrice di Filogaso (VV) verrà presentato il libro scritto da Nicola Iozzo e Francesco Giuseppe Teti : “ Filogaso – La grande storia di un piccolo paese (Riforma  Cappuccina, catastrofi naturali, cultura, usi e costumi)”.  Dopo i saluti  del Sindaco , ing. Massimo Trimmeliti, del parroco, Don Mimmo Sorbilli, del priore della Confraternita Maria S.S.  del Monte  Carmelo, ing. Condello Giuseppe e del Carmelitano Rettore Del santuario Del Carmine in Palmi, padre  Carmelo  Maria Silvaggio, gli autori illustreranno i punti salienti trattati nel libro. Seguiranno gli interventi del dottor Repice Adolfo, del dottor Bianco Giovanni, del professore e storico  Ulderico Nisticò, dell’antropologo e docente Unical  prof. Vito Teti, dello storico e  priore del Convento dei Cappuccini di Catanzaro Giuseppe Sinopoli. I lavori saranno coordinati dal giornalista Giacomo Francesco Prestia.

Il libro si compone di tre capitoli. Nel primo capitolo vengono descritti gli usi, i costumi, l’economia, le arti ed i mestieri   e  le condizioni socio-economiche  del paese nel XVI e XVII secolo, e citati i personaggi illustri di quel periodo : Davide Romaei, Domenico De Sanctis, il vescovo Tiberio Carafa. Il secondo capitolo è dedicato alla Riforma dei Cappuccini e ad al suo fondatore, padre Ludovico Cumi o Comi, alle attività svolte dai frati, al ruolo fondamentale avuto dal Duca Ferrante Carafa. Il terzo capitolo  si sofferma su alcuni reperti storici scampati alle catastrofi subite dal paese.

Il lavoro è stato lungo e faticoso in quanto ha comportato, usando  lo stesso  criterio scientifico normalmente utilizzato per testi scientifici, la verifica e  l’attendibilità delle notizie, la ricerca documentale  degli avvenimenti accaduti a Filogaso in tempi cosi lontani in biblioteche, librerie e siti sparsi in diversi luoghi della Regione e d’Italia.  

Molti ed importanti sono stati gli avvenimenti che hanno interessato in quel periodo storico  Filogaso. C’è stato  il terremoto del 1638, quello del 1659,di grande intensità sismica, con epicentro proprio a Filogaso, che rase interamente al suolo il paese e  provocò ben 800 vittime, praticamente la maggioranza degli abitanti. I cronisti del tempo dichiararono Filogaso fuit. Seguì il terremoto del 1783 con intensità minore ma con uguale capacità distruttrice. In seguito a quest’ultimo terremoto, i tecnici del tempo osservarono in un sopralluogo, all’uopo esperito,  che  le case costruite, in particolar modo il castello del duca Carafa, con materiale in legno e malta bastarda avessero resistito al sisma e proposero lo stesso  modello costruttivo, salvo lievi modifiche, definito antisismico o “casa baraccata” per le future costruzioni. In più fu scritto ed adottato il  regolamento edilizio, primo in Europa, con le prescrizioni da adottare per i nuovi fabbricati  e con  degli schemi  urbanistico per le città da edificare ( distanze fra strade principali e secondarie, centri sociali di ritrovo, piazze e spazi pubblici). L’altro episodio di grande importanza storica   riguarda la nascita della riforma cappuccina conclusasi  con la cerimonia della vestizione dei frati cappuccini con l’abito dal cappuccio aguzzo tagliato e confezionato a Filogaso, tuttora portato dai frati. Infine sono stati  descritti alcuni reperti storici, in maggioranza di arte sacra, scampati ai terremoti  che rivestono grande interesse artistico.

Il libro si propone, nell’intenzione degli autori, di rievocare la storia   del paese, finora dimenticata e caduta nell’oblio e mai raccontata da alcuno, che riveste un’importanza che travalica i confini del paese  e dare spunto a chi volesse continuare quest’opera di ricerca o agli studiosi meridionali più titolati degli autori ad approfondire e divulgare con maggiore competenza ed orgoglio la storia del Meridione d’Italia  e  della Calabria. La manifestazione si svolgerà in concomitanza all’arrivo nel paese di circa cinquanta emigrati in Canada negli anni cinquanta e sessanta che hanno deciso   di ritornare nei luoghi d’origine a conferma che le radici della propria terra, dove si è nati e trascorsi gli anni più belli della propria vita, sono difficili da recidere. L’illustre “filogasese”  David Romaei cosi diceva del suo paese : qui sono stato procreato, nutrito ed educato  da un’antica famiglia, qui c’è la mia gente, qui trovo tanti ricordi dei miei padri; vivo è il suo ricordo  assolutamente mai potrei dimenticare il mio paese natio.

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