Il vento sferza il litorale: arenile invaso dagli scogli e tempi duri per chi vive di pesca

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L’inverno comincia proprio bene. A distanza di pochi giorni dall’ultima mareggiata, il maestrale torna a far sentire la sua voce imperiosa, mentre le onde martellano il litorale ridisegnando ancora una volta il profilo della scogliera e dell’arenile. La spiaggia a Nord dell’abitato di Nicotera Marina, infatti, si trasforma completamente in una distesa di scogli di ogni dimensione che avanza sempre più verso Sud, i marinai si dannano l’anima per mettere al sicuro le loro barche, masse di materiale di ogni tipo s’addossano alle strutture balneari che resistono a malapena alla furia del vento e delle onde. Ci sono danni un po’ dappertutto e, allungando lo sguardo verso la foce del Mesima, fa paura vedere il mare invadere la pineta facendo scomparire del tutto l’esile lembo di spiaggia sopravvissuto alle altre mareggiate. Uno spettacolo che si rinnova ormai con preoccupante frequenza e che, peraltro, non manca di attirare sul lungomare tanta gente affascinata dalla furia della natura. C’è anche chi, pur correndo qualche rischio, cerca di sfruttare la situazione per ricavarci qualche cosa. In prossimità del fosso San Giovanni arriva, nel primo pomeriggio, una squadra di “cercatori” che armati di metal detector si muovono sulla battigia alla ricerca di metalli preziosi.

Un lavoro alquanto rischioso che dura sino all’imbrunire, ma con quali risultati non si sa. A soffrire di più, comunque, quando il mare è in tempesta sono i proprietari degli impianti balneari ed i pescatori. I primi sanno ormai di dover affrontare, col ritorno del bel tempo, notevoli spese per ripristinare la funzionalità dei loro lidi, mentre i secondi, oltre alle difficoltà economiche originate dall’impossibilità di tornare in mare per il cattivo tempo che dura da quasi un mese, dovranno faticare e non poco per rimettere in ordine barche e reti. Ora più che mai s’avverte la forte esigenza di un porto che consenta loro di continuare a praticare l’attività peschereccia diversamente destinata a scomparire anche perché i giovani non sembrano propensi a continuare l’attività dei loro genitori perdurando questo stato di cose. Se Nicotera piange, comunque, di certo Joppolo non ride. La mareggiata in corso, alimentata da raffiche di vento abbondantemente oltre i cento chilometri orari, potrebbe dare l’ultimo assalto al lungomare.

Ieri pomeriggio soltanto pochi automobilisti amanti delle sensazioni forti hanno percorso la strada che costeggia la scogliera progressivamente occupata da scogli e sporcizia scagliati sulla carreggiata dalle onde. In alcuni tratti il mare ha già intaccato l’asfalto, mentre qualche muretto è crollato ed i tanti alberi cresciuti sul limitare della scogliera sono rimasti con le radici esposte all’aria aperta e all’acqua salata con le immaginabili conseguenze. Ad osservare il tutto con grande preoccupazione ci sono, more solito, le “sentinelle” Mico Lobruno, Giovanni Vecchio e l’ex sindaco Sisto Vecchio. Non sanno sanno più a che santo votarsi, ma neppure s’arrendono. Joppolo, a loro avviso, non può morire così. Sul lungomare di Joppolo, tra coloro che sfidano il pericolo sostando al margine della scogliera c’è anche l’assessore comunale Ambrogio Scaramozzino. L’azione erosiva del mare in tempesta lo preoccupa e non poco. <E’ una situazione molto delicata – dice – anche perché il mare sta cominciando ad ingoiare pure la carreggiata. Nonostante i solleciti indirizzati alla Regione non si registrano iniziative di alcun tipo. Eppure per il tratto che da Nicotera arriva a Tropea i finanziamenti ci sono, ma giacciono inutilizzati. Di questo passo – aggiunge – rischiamo, però, di rimanere senza il lungomare peraltro già pesantemente compromesso dalle alluvioni del 2018. Vedremo cosa fare>.

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