Limbadi, nell’Università della Memoria prende quota il progetto contro usura e racket

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Fare fronte comune per sottrarre spazi alla cultura dell’arroganza e della violenza e, soprattutto, per stare vicino a chi, una volta trovato il coraggio di denunciare soprusi ed estorsioni, avverte il forte bisogno di sentirsi a fianco le istituzioni. Per spargere il seme della libertà e alimentare la fiducia di chi, con coraggio, sceglie di schierarsi con lo Stato, la “Carovana antiracket e antiusura”, promossa da Libera, fa tappa nella sede dell’“Università della Ricerca, della Memoria e dell’Impegno” (Unirimi) di Limbadi, oasi di legalità intitolata a Rossella Casini e gestita dall’ associazione San Benedetto Abate di Cetraro, presieduta da don Ennio Stamile. E’ proprio nelle stanze di un bene confiscato alla criminalità organizzata che Prefettura, Procura della Repubblica e Libera siglano un protocollo che farà da punto di riferimento per quanti intendono uscire dall’inferno della sopraffazione lastricato di ricatti e paure per incamminarsi lungo la strada del riscatto. Un impegno chiaro, un messaggio forte che parte da una terra di ‘ndrangheta, ma, soprattutto, da una terra calpestata da gente onesta e laboriosa da tempo in lotta per togliersi di dosso la cappa d’oppressione che grava sul territorio ostacolandone ogni prospettiva di sviluppo. A sottoscrivere, con mano ferma, il protocollo di intesa con le istituzioni sono Roberta Lulli, prefetto di Vibo Valentia, e Camillo Falvo, Procuratore della Repubblica, nonché don Marcello Cozzi, responsabile della fondazione nazionale “Interesse Uomo onlus”.

don ennio stamile
don ennio stamile

Ora non c’è che da guardare avanti e lavorare per dare coraggio a quanti hanno scelto e sceglieranno di uscire dal tunnel dell’illegalità per cominciare a costruire, giorno dopo giorno, una solida gabbia entro cui rinchiudere per sempre il virus della paura e della solitudine. Un percorso per nulla semplice e per nulla scontato al cui “tracciamento”, nella sala convegni dell’Unirimi, offrono il loro contributo di idee e di proposta il sindaco di Limbadi Pantaleone Mercuri, il vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, Attilio Nostro, il prefetto Roberta Lulli, il procuratore Camillo Falvo, don Ennio Stamile e di Marcello Cozzi. In streaming, dalla sede del ministero dell’Interno, interviene anche Valentina D’Urso, direttore della segreteria tecnico-amministrativa del fondi europei e dei Programmi operativi nazionali. I lavori moderati da Giuseppe Borrello, coordinatore provinciale di Libera, hanno un chiaro filo conduttore: la ferma volontà di non abbandonare al proprio destino un territorio che sta cominciando a trovare la forza di rialzare la testa come testimonia la presenza del tabaccaio Carmine Zappia. A dare gas alla Carovana dell’antiracket sono le parole di speranza del vescovo Nostro, la piena adesione al progetto manifestata dal prefetto Lulli e dal procuratore Falvo, l’impegno a stare vicino alle vittime della criminalità assunto dal dirigente ministeriale Valentina D’Urso, che, dopo aver già finanziato 19 progetti, si dichiara pronta a sostenere ogni nuova iniziativa che serva a inaridire il terreno dell’usura e delle estorsioni. Da don Stamile parte l’appello rivolto ai presenti perché stimolino forze politiche e istituzionali a reperire risorse a sostegno della battaglia per rendere libere le persone e le attività economiche. In piena sintonia anche don Marcello Cozzi a cui parere <bisogna farsi moltiplicatori delle idee espresse in questa sede> per non lasciare nella solitudine le vittime di racket e usura e per dare coraggio a chi vuole denunciare.

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