Cambiano presidenti della giunta regionale, assessori, manager, commissari, dirigenti. Cambiano direttori d’orchestra e musicisti, ma per la sanità sul territorio la melodia in filodiffusione è sempre la stessa: l’utenza sanitaria sparsa nella periferia deve arrangiarsi come può. All’amara conclusione sono arrivati i cittadini nel leggere il decreto firmato dal commissario regionale per la Sanità Roberto Occhiuto che destina la somma di 86,5 milioni di euro all’ammodernamento delle apparecchiature tecnologiche sanitarie della Calabria. Stranamente, per quanto riguarda il Vibonese, l’attenzione viene concentrata solo sugli ospedali. Viene, infatti, del tutto dimenticato il poliambulatorio di Nicotera, che, nonostante lavori a pieno ritmo, ancora una volta non trova spazio nella distribuzione delle risorse disponibili. La “distrazione” del decreto Occhiuto non sfugge a quanti da sempre si battono per garantire un livello minimo d’assistenza in un territorio che vanta circa 25mila abitanti le cui esigenze sanitarie gravano sul poliambulatorio nicoterese al quale si rivolgono, oltre ai pazienti dell’intero Vibonese, anche quelli del Lametino e della Piana di Gioia Tauro.
<Questo modo di gestire la sanità – afferma lo psicologo Pino D’Aloi, ex coordinatore della struttura ambulatoriale nicoterese oggi in pensione – non è accettabile come non è accettabile la poca attenzione verso la periferia. Nonostante ogni iniziativa promossa nel tempo – Centro per bambini autistici, Centro per la lotta all’obesità Carmine Ionadi, ambulatorio distrettuale h24, ecc. – abbia sempre riscontrato la massima collaborazione di personale e cittadini, ancora oggi si fatica a richiamare su questa realtà sanitaria il giusto impiego di risorse. Eppure altri poliambulatori (Mesoraca, Rende, Cirò Marina, Catanzaro Lido) non sono stati dimenticati>. Peraltro, <tenuto conto – insiste D’Aloi – che Nicotera ospita laboratori, servizi e ambulatori specialistici alquanto efficienti (dialisi, radiologia, endocrinologia, ecc.) ci saremmo aspettati degli investimenti non solo per ammodernare le apparecchiature tecnologiche ormai obsolete, ma il potenziamento delle stesse con la fornitura di una Tac e del relativo personale per tenerla in funzione>. Alla fine della fiera, però, <se l’Asp di Vibo – conclude D’Aloi – accetta di essere la cenerentola della sanità calabrese non meritandosi neppure di avere un commissario a tempo pieno, c’è davvero poco da illudersi>. In piena sintonia con l’ex coordinatore del poliambulatorio anche Mimmo Pagano, dirigente del Psi. <Prima o poi – sostiene – queste inefficienze del sistema dovranno pur avere un responsabile. Non chiediamo la luna, ma solo l’indispensabile per attenuare i disagi dei bisognosi e degli anziani. Neanche apprendere dall’on. Michele Comito che la Casa della salute richiesta per Nicotera è stata declassata a Casa della comunità è cosa che può far piacere. Su questo c’è davvero da riflettere>.