L’Asp vara l’Atto aziendale e punta a recuperare la fiducia con la collettività

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pino giuliano

Un vistoso malloppo di quasi novanta pagine per delineare nei dettagli gli assetti organizzativi dell’Azienda sanitaria, le sue articolazioni, il funzionamento, i rapporti con gli altri enti, la rete ospedaliera. Un documento che si sofferma sulle tante cose da fare per consentire alla stessa Asp di svolgere al meglio la sua missione istituzionale. L’obiettivo dichiarato è quello di <riuscire a recuperare un forte rapporto di fiducia con la propria collettività grazie al lavoro costante di tutti gli operatori sanitari per migliorare la qualità dell’assistenza>. Per ottenere i risultati sperati, l’Asp punta a realizzare <una sanità vibonese normale, libera da condizionamenti, con al centro il cittadino-paziente che si affida ai professionisti ed alle cure dell’Asp con la certezza di trovare risposte appropriate ed efficaci ai propri bisogni di salute>. Ampio spazio anche alla partecipazione dei cittadini ai quali saranno fornite le opportune informazioni sui servizi erogati. Un lavoro questo che dovrebbe sfociare in <scelte programmatiche condivise> grazie anche all’utilizzo di strumenti di partecipazione quali il Comitato consultivo, l’Ufficio relazioni con il pubblico, la Conferenza dei servizi. Idee che, probabilmente, non mancavano neppure nei precedenti atti aziendali e che, purtroppo, sino ad oggi sono rimaste, in gran parte, solo sulla carta. L’Atto aziendale rivisita scrupolosamente tutto l’assetto istituzionale al cui buon funzionamento lega la tutela della salute dei cittadini e la garanzia dei livelli essenziali di assistenza. In sintesi, <ottima clinica in ottima organizzazione>.

 

raffaele bava

Tutta roba che sino ad oggi, probabilmente, è mancata e che non sarà facile recuperare in tempi rapidi anche perché quando certe “tendenze” mettono radici non è poi così semplice disinnescarle. Un grosso contributo al raggiungimento di risultati ottimali dovrà essere dato dall’innovazione gestionale e tecnologica che dovrà investire tutte le attività aziendali, nonché la sicurezza delle strutture e degli impianti. Il “libro dei sogni” tratta con dovizia di particolari anche l’assetto organizzativo che trova la sua forza nell’impiego di un modello dipartimentale strutturale (area chirurgica, area medica, servizi, ecc.) per quanto riguarda l’ospedale “Jazzolino”, mentre i presidi ospedalieri di Tropea e Serra San Bruno seguiranno un modello di tipo funzionale. Serra avrà, quindi, un dipartimento funzionale interaziendale area medica post-acuzie e riabilitazione articolato in medicina interna, pronto soccorso, lungodegenza, geriatria, cardiologia, riabilitazione. Per Tropea, invece, viene previsto un dipartimento funzionale interaziendale oncologico articolato in medicina interna, cardiologia, pronto soccorso, oncologia, chirurgia generale, ortopedia, anestesiologia e terapia del dolore, radiologia. Restando in ambito territoriale, ci saranno: un solo distretto, cinque case di comunità (Serra, Mileto, Nicotera, Filadelfia, Soriano), due Centrali operative territoriali (Nicotera e Pizzo), due ospedali di comunità (Soriano, Tropea). L’Atto sottolinea, oltre a una miriade di altre attività, la piena funzionalità di cinque Postazioni di emergenza territoriale (Pet) coordinate dal 118 di cui due a Vibo, una a Tropea, una a Serra, una a Soriano.

Postazioni che, con un pizzico di miopia gestionale, vengono collocate in tutti i comuni già dotati di presidio ospedaliero e dovrebbero garantire, <in situazioni di normalità>, i tempi di intervento previsti nella programmazione regionale e aziendale. Siccome la normalità sul territorio vibonese non è di casa, si sa già in partenza che il soccorso nelle periferie dell’impero non arriverà mai nei tempi di legge. Resta, quindi, tutto sulla carta con le responsabilità che ne conseguono. Nella gestione dell’emergenza sul territorio, l’Asp attribuisce peraltro <rilievo fondamentale alla razionalizzazione del servizio di continuità assistenziale>. Razionalizzazione che, guarda caso, da mesi sta mancando in tutto il territorio vibonese e, in particolare, nel comprensorio di Nicotera. Ciò a dimostrazione che tra quello che si scrive e la cruda realtà c’è di mezzo la mancata conoscenza dell’esistente da parte dell’intero management aziendale. Nè nel documento di autogoverno dell’Asp appena varato viene prevista alcuna iniziativa per la copertura degli organici delle guardie mediche oppure per la razionalizzazione delle risorse, il che lascia supporre che la precarietà durerà ancora a lungo. Quanto sta accadendo nel comprensorio di Nicotera, comunque, è sconcertante. In sostanza, da mesi il funzionamento della postazione di continuità assistenziale è alquanto precario. I locali dell’ambulatorio sono rimasti chiusi per gran parte delle feste natalizie e ora che le feste sono finite la situazione è addirittura peggiorata. A generare sconcerto è proprio la “nonchalance” con cui il direttore del Distretto Raffaele Bava, il direttore sanitario Matteo Galletta e il commissario straordinario Pino Giuliano valutano e sottovalutano l’interruzione di un pubblico servizio essenziale che interessa oltre diecimila persone. Si aspetta, evidentemente, che la rabbia della gente esploda. Ma è proprio necessario oppure è ora che il commissario regionale Occhiuto faccia saltare qualche poltrona?

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