90° anniversario dell’ordinazione episcopale del Servo di Dio Mons. Giuseppe Cognata

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«In questo inizio di Anno Santo della Redenzione vi abbiamo fatto il più bel regalo: vi abbiamo dato il Pastore, il Vescovo; e tale Vescovo…». Queste parole, pronunciate dal Papa Pio XI all’indomani della consacrazione episcopale di Mons. Giuseppe Cognata, hanno accompagnato la giornata celebrativa del 90° anniversario di tale evento. Infatti, esattamente il 23 aprile 1933 nella Basilica del Sacro Cuore in Roma riceveva l’ordinazione episcopale il giovane direttore della casa salesiana del S. Cuore, don Giuseppe Cognata, nominato il precedente 16 marzo Vescovo di Bova, una delle diocesi più povere e disagiate della Calabria, che da tre anni era senza pastore. Vescovo consacrante fu il Primate di Polonia, il cardinale salesiano Augusto Hlond, oggi Venerabile; co-consacranti furono Mons. Luigi Olivares, Vescovo di Sutri e Nepi, anch’egli salesiano e Venerabile, e Mons. Romolo Genuardi, Vescovo ausiliare di Palermo, cugino di Mons. Cognata.

La solenne concelebrazione eucaristica, proprio presso la Basilica del Sacro Cuore, è stata presieduta da don Pierluigi Cameroni, Postulatore Generale per le Cause dei Santi per la Famiglia Salesiana, che nell’omelia ha sottolineato come Mons. Cognata sia stato vero discepolo del Cristo, Agnello immolato, incarnando la passione apostolica del Da mihi animas cetera tolle, nella dimensione oblativa, offrendo la sua vita per la conversione del padre che era affiliato alla Massoneria, subendo calunnie e l’ingiusta condanna di essere destituito dall’ordine episcopale, dall’allontanamento della diocesi e dalle suore da lui fondate. Ciò che più confortò Mons. Cognata, in quell’inizio del suo episcopato, fu la benevolenza usatagli da Pio XI, che lo ricevette con i familiari e la rappresentanza di Bova, e gli fece dono di una magnifica croce d’oro, che sarà la compagna silenziosa e nascosta nei lunghi anni dell’umiliazione e del silenzio.

Alla concelebrazione dello scorso 23 aprile, alle ore 11, erano presenti numerose Salesiane Oblate del Sacro Cuore provenienti dalle diverse missioni diffuse in Italia e guidate dalla Madre Generale, suor Graziella Benghini, che all’inizio della celebrazione ha portato il suo saluto e la gioia di celebrare questo anniversario proprio in un luogo così significativo per la storia del fondatore e della congregazione.

Nel pomeriggio, presso l’Istituto delle FMA di via Marghera (Roma), la commemorazione è continuata con una relazione documentata e appassionata del Dott. Antonio Chilà, giornalista, sulla drammatica situazione che il giovane vescovo incontrò entrando nella diocesi di Bova e l’opera di rinnovamento subito avviata che culminerà, a distanza dei sei mesi, con la fondazione delle Salesiane Oblate del Sacro Cuore. Il suo episcopato, infatti, si caratterizzò per un grande zelo pastorale per sovvenire una situazione sociale e religiosa segnata da grande povertà e abbandono.

Ha concluso la giornata la rappresentazione dello spettacolo musicale “La Santità della dolcezza”, a cura dello “Charmonie Vocal Group” di Tivoli. Scritto e musicato da Rita Gentili, Sara e Silvia Narzisi, con orchestrazioni di Giovanni Proietti Modi, lo spettacolo esalta il carisma, la fede e la testimonianza eroica di mons. Giuseppe Cognata.

Bene riassumono la grandezza del vescovo Cognata le parole di Mons. Antonio Mistrorigo, vescovo di Treviso, amico e strenuo sostenitore dell’innocenza del vescovo salesiano: «Ho sempre ammirato in lui la serenità di chi è già passato a vivere in Dio, dimenticando tutto il resto. Ho ammirato, oltre la serenità, la gioia che spontaneamente usciva dal suo spirito e rendeva sempre lieta la sua compagnia. Ho ammirato la sua altezza spirituale, che lo faceva pensare alle cose di lassù e cercare solo le cose di lassù. Anima grande! Anima rara! Gloria della vostra famiglia salesiana e della Chiesa tutta».

 

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